A Silvia
A Silvia Stasera è strano, accendere il fuoco: aprile non è tempo di braci ardenti, non ho parole che si consumino e si facciano cenere. Ho l'aria buona della sera del giorno che va alla festa, la camicia bianca della prima comunione, è tempo di crescere, adesso. Da molto raccoglievo voci avvizzite e coriandoli, con te avrei potuto correre lungo i fossi, dove le bisce si torcono al sole, il primo lembo dell'estate e poco, sempre poco da trattenere. E tu. Sei amata, tu. Non ci sono che echi, nel lembo di terra che ti nutre. E sibilo, comete infuocate. Dove il silenzio cresce al pari e più dell'amore e il resto che l'ombra trattiene è il tuo grido, confuso tra le cicale.