A un angelo pallido
Spiritello senza peso
oggi ti guardo da lontano:
eri esile delicato e pallido…
una luna timida quasi malata
dalla voce di melassa
e liquidi occhi affogati nell’anima.
Mi chiedevo se la luna può
mai essere maschio
e poco mi sfioravano le tempeste
che ti costruivano la scorza.
Ma i corpi celesti
hanno forse un sesso?
la risposta si nascondeva
dietro sorrisi malfatti
e il senso di te scivolava
nel pozzo dell’indifferenza.
Oggi io t’ho compreso…
il tuo errare così estraneo
così scomposto
cercava una sponda dove abitare
e lo stesso sole che riscalda gli altri…
quelli che sono forti
quelli che sono uguali.