A un compagno
E la musica ansiosa che bruiva
nel biondo dell'estate
ora densa di ruggine risale
confusa col tuo nome alle colline
mentre un cielo violato dal ricordo
mesce nubi con la marea di biade
instancabile, rotta alle pendici
dei borghi di Toscana.
Voci rare feriscono il silenzio
eterno, ancora accese
qui dove indugio, anima sulla riva
del fiume inquieto ferma ad ascoltare.
Il passante ravviva
le croci di papaveri votivi
alle svolte della strada.
Ed ora che per te
morire sempre più profondamente,
per me essere è non dimenticare,
la forza di quel gesto ci conviene
usata a ritrovarci,
a difenderci l'un dall'altro quando
striscia un vento recondito di morte.