Ab aeterno
“È semplicemente il luogo dove gli sforzi umani hanno trovato ciò di cui avevano bisogno”, Don Delillo, ZERO K
Mondo nel mondo
per un futuro ab aeterno
dell’uomo
in sospensione criogenica.
Vuote corsie di porte linde
chiuse sotto terra, spazio
neutro d’immagini
sognate alla morte. Pareti
in proiezione di tracce
paure iterate.
L’angelo narra
ascolta la voce, il senso
del suo pensiero
in egocentrico cielo
‐ sopra Berlino.
Dove si va
è un mondo terso
alla poesia negato
‐ tutto s’è trovato
ogni stento rimosso.
Tutto è risolto
e tutto si sa
non si immagina nulla
perché già immaginato.
Il viaggio è in controsenso:
sospesa in guscio
l’attesa del trapasso
dalla morte alla vita, fuori
dalla storia
‐ matematica pura.
E anche l’affresco
‐ ora qui ‐
di tecnologia
che si sta dipingendo
con il passo spedito
è crosta d’effimero
raschio d’intonaco, sniffo
di polvere nera
è tentata evasione, assenza
di gravità.
Torni la storia
il dubbio che martella
la pietra che precipita.
Riprenda lo scavo
su ciò che si ignora.
In questo s’annida il cammino
in questo guardare sui prati
in questo stupore
di foglie di sole.
Riprenda a sognare
la testa
a scordare le cose
a scoprirle da dentro.
S’inverta la rotta
in sane paure
con mostri in agguato
e limiti
da superare.
Si torni a soffrire
l’orizzonte di morte
il mistero
infinito dell'uomo.