Abbagliati

Devo farlo adesso. Sto impazzendo. Meglio andare in cucina, un coltello, due, non ha importanza.

È colpa sua, lo è sempre stata.
È l’unica soluzione.
Non ci vedo nulla in questa dannata oscurità ma le luci potrebbero svegliarla.
Devo agire nel buio.
Nessuno mi deve vedere, non posso farmi vedere neanche da Dio.
Che le tenebre nascondano i peccati, dice la Bibbia.
Forse se nessuno vede è come se non  l’avessi fatto.
Devo affilare i coltelli.
È tutto così sbagliato.
In fondo penso di non aver costruito niente. Niente di buono.
Esiste poi, qualcosa di buono?
Se ho sbagliato continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni. C’è poco spazio o troppo vuoto.
Questo continuo ripetersi e sovrapporsi degli eventi mi toglie il respiro.
Adesso è irregolare, il battito.
Forse ogni tanto dovrei rispondermi.
La cucina è gelida e io sto sudando.
Eppure sento ancora di amarla, sempre.
Sarei disposto a tutto ed è proprio per questo che devo farlo.
Non è facile capire. Mi tremano le mani.
Adesso lo taglio. Fatto.
Niente più luce tra queste mura.
Adesso vediamo se insieme illumineremo la nostra casa, la nostra città, il mondo intero.
Solo negli abissi sapremo ancora  amarci