Abbandonato nell'oceano.
Cado nel profondo blu
di questo vasto mare,
come un sasso lanciato
da un giovane pensieroso
seduto su uno scoglio solitario,
e scivolo nell'ignoto ballando
come una foglia autunnale,
senza cognizione alcuna
di quanto l'attesa sarà duratura.
E' cotonato silenzio attorno a me,
mentre scorgo sulla mia testa
piccole bolle che abbandonano
il mio viaggio con delicata sinfonia,
che più di un addio pare un gioco
fatto di forme e di luci
e di liberi pensieri.
Mi chiudo nell'ascoltare l'ignoto,
generatore d'idee e gran informatore,
dato che tutto ciò che non sappiamo
è lì dentro, nel suo contenitore,
e il mio corpo prende vita,
di momento in momento,
come rianimato dal sapere
che ciò che cerco è dentro di me,
oceano ancora più grande
di quel che si vede, perchè
agl'occhi è precluso ciò
ch'è essenziale.
Forza sublime cresce dentro di me,
che con le braccia spingo il mio animo
fuori dall'acqua, pronto per altre
domande e in attesa di nuove risposte.