Abbandono.
E così, tu m'abbandoni,
dopo esser entrata nella mia vita,
in punta di piedi, senza fare rumore.
Era un'altalena d'emozioni,
un libro con pagine a caso,
tra sogni d'amore
e tristi tempeste,
poche pagine,
ma molto intense.
E ora io leggo le ultime righe,
di fronte alle onde del mare,
che tentano invano
di sorreggere il peso
di quest'ennesima
delusione, che fa male,
non sai quanto.
Credevo nel tempo
che cura le ferite,
che rimargina i segni,
che trasforma
il cielo cupo
in giorno d'estate.
Ma eran sogni,
basati sul nulla,
perchè quando
si sogna, tra i pericoli,
c'è quello di esser svegliati.
Ed ora son sveglio,
privo d'umore,
a leggere ancora
quelle dure parole.