Abbiamo ingoiato fango nella corsa col vento

Abbiamo ingoiato fango nella corsa col vento
e guadato acque pezzate di alba.
Abbiamo fecondato terre vergini
e riposato dentro il tramonto.
Mi hai insegnato a fidarmi di te
e hai imparato cosa sia la dignità da me.
Mi hai costretto però a seguirti anche in assurde giostre, che tu chiami guerre.
Le froge spalancate di paura.
Allora ti ho rammentato l'euforia del gioco, di un salto tra gli ostacoli.
E a rialzarti sempre dopo la caduta.
Quante sfide abbiamo superato insieme. Quante ancora ci accenderanno.
Adesso però guardami. Le mie orecchie sono tese verso l'orizzonte. Il mio.
Non ho più voglia di ascoltare te, uomo.
La mia anima è tornata puledra. Scalpita!
Ogni tanto succede. Lo sai.
Liberami dal morso e dalle briglie! Per un po'.
Lasciami sgroppare di felicità nel mio branco!
Solo così, poi, tornerò da te
e di nuovo mi sentirò anche parte del tuo.

(Testo poetico del 2024 di Corinna Nigiani degl'Innocenti, inserito nella cartella di grafica "Cavalli" di Impero Nigiani)