Acqua sul muro
Acqua sul muro, incido la polvere,
soffio l’inutile dai solchi d’eterno.
Acqua nera che germoglia d’inverno,
muro a secco al calore d’estate…
ora acqua e muro sono pagine e sale.
Vesto d’acqua nera ogni immenso mio vuoto,
accarezzo d’istinto questa pelle rugosa.
Di strappare incapace il muro imbevuto,
rannicchio in un pugno le mie scarne parole;
le getto via.
L’acqua nera mi spoglia le spalle,
goccia a goccia, cade, ombra dalla fronte.
Danzano nel silenzio i tuffi,
schizzano lettere da questo stagno imbiancato,
bagnano gli occhi di un uomo.
Bevo. Mi disseto. Ma ingordo divoro la fonte,
affondo i denti nell’oceano carnoso.
Scorre l’inchiostro dalla bocca sottile,
tinge e liquida la notte,
che di nuovo liquida cola nel mare
e fino a domani fermenta in me.