Ad un mio amico attore
Sentirsi gratificati dalle nostre creazioni, soffrire, amare, sudare su un palco per poi tirare un sospiro e respirare il gusto della nostra vita. Di una scelta nostra, non capita da tutti, ma giusta. Vivere nella nostra arte, nell'arte antica e nell'arte di tutti i giorni, che cogliamo sulla strada, o in mezzo a un campo di broccoli appassiti. Emozionare noi stessi e se ci riusciamo anche qualcun altro. Volersi sentire ignorante perché si ha voglia di riscoprire tutto da capo, dal principio di noi stessi alla morte di un cane anziano e cieco. Il tuo teatro è la tua vita, e spero che la mia penna ignorante non sia mai appassita. Rima banale, ma me ne frego. A me interessa seguire la corsa di un arancio marcio lungo un ruscello. Oppure stare sulla riva di un fiume in piena. Comunque vada, non voglio che sia per forza un successo, ma voglio poter bisbigliare nell'orecchio di una gallina: "Io ho vissuto per questo..."