Addio agli amanti
Ad una panchina sedeva
aspettando che venisse l'ora
e tra la folla cercava
colei che nei suoi occhi
aveva preso dimora.
Ad un tratto la vide,
la vide arrivare...
e gli parve un canto
il più bello da udire
e gli parve un racconto
il più dolce da avere
per poterlo narrare.
E gli parve il sonno,
quello più pesante,
il più duraturo,
quello che fa sognare.
E lei si sedette
con le gambe strette
e si mise a scrutare
oltre il cielo...
oltre il mare.
Restaron così
come resta chi tace,
come resta chi muore,
come chi non vuol pace,
come chi cerca amore.
Poi lui prese a parlare
e mi pare sentire
quel lamento che spezza
quella voce che rompe
ciò che tiene una corda
e non si può più attaccare.
Mia cara io devo, ti devo lasciare
è passato del tempo
non ti posso tenere
non ti posso più avere.
Mi hai sconvolto la mente
son diventato...
l'altra metà del niente.
Mio caro, se tu sei diventato
l'altra metà del niente
lasciami dire che io ho
il niente nel cuore,
perché fra tutto
perché fra tanto
se tu sei il nulla
io mi accontento.
E lui prese a soffrire
a soffrire di rabbia
perché davanti
aveva un'aquila
sfuggita alla gabbia.
Allora le disse:
‐ guarda il sole al vespro
e prova a capire
dove di notte
lui va a dormire.
Dove di notte
lui vi riposa
perch'io in quel luogo
pianterò una rosa
e sarà rossa
come la tua bocca,
e sarà mossa
da questo stesso vento
che ci tocca.
E se al mattino
ci vedrai la rugiada
sappi che è una lacrima
dal freddo gelata.
Ed ora va...
compagna di oggi
certezza di ieri
nostalgia di domani.
Da stanotte in avanti
il mio letto sarà
uno spoglio giaciglio
su cui non voglio dormire
ma solo morire.
Morire al pensiero
di quando ti avevo.
Morire sapendo
che non ti apprezzavo.
E se sesso sei stata
e amor diventata...
sappi che quando
poggiavo la testa sul tuo seno
non c'era bisogno
che piovesse e tornasse il sereno
per potere distinguere l'arcobaleno.