Adesso che 'l vento dorme

Disseminato,
è ‘l candor del manto...
Di neve, sprazzi,
sovra rami rinsecchiti e altresì sempreverdi,
ov’in parte s'è arreso,
‘l verde, al or maculato bianco.
Cinereo muro, foggiato di vapore,
alla comune vista
insondabil e criptica,
‘l mattutino crepuscolo sottrae.
Barlume,
accrescentes'infin in
adamantino albore,
risvegliante sia coscienza
sia, pell'astratta concezion umana
di concret’ammaliante visione,
stupore.

Purezza di paesaggio permea sguardo,
in simbiosi ad altrettanta quiete,
l'udito.
Anche ‘l vent’onde
scovar un nido abbandonato,
infra le fronde, s'ea assopito,
dianzi ad adagiars’in esso
a sonnecchiar felice.

Ripudiando, d’invernal stagione,
l’ostico conclamarsi,
raminghi cinguettii son iti altrove:
verti a conquiste,
raggiunto han lidi nuovi,
sui qual, novelle melodie,
ind’intonare.

Né voci urlate né perlomeno
sussurrate,
né canti né tantomeno pianti,
nemmeno risa circostanti.
Rarefatt’atmosfera
‐ di gelo aspersa...
di monastico silenzio,
di solitudine saturo ‐
relegat’ognor, ha, entro dimore,
membra pria intirizzit’e agognanti calore.

D'ardito cor, raro palpito s’ode,
a intervallar esterno stagnante mutismo,
con vivace ritmo reboante,
seppur difetti al fin di risvegliar tal vento.

Or che dorme,
inan’e insensate son oral parole...
istintiv’e attese frasi d'amore.

Disillusa speranza, lor spirar al vento in vetta,
ond’esser condotte sin alla meta
‐ orecchie bramanti tutt'altro
che menzogne bieche ‐
ad acquietar d'amor penuria
di taluno distant’e cotal che taciturno rimane,
nel, palesato di pace, limbo immacolato,
dal dormiente vento finanche non dissacrato.

Adesso che 'l vento dorme,
non assumerà immotivato plateal corpo,
siffatto rumor, or così assorto...
Ovvero resterà silente,
in un concorde temp'oltremodo perdurante.