Affacciare ali

Mi metterei fino all’epifania
ad ascoltare i legni
donandosi bruciare
dentro muri di pietra il cuore
nel non sentire i campanelli.
Hanno portato nastri d’oro
e vino, sarà comunque festa e chi
non si stupisce della luce spezzata
rompe noci e gioisce
al dubbio dei contrasti:
la notte quieta ‐sembra
sotto una stella insanguinata
d’oppio e sorrisi, ch’è fin troppo facile
“l’amore è dentro te” se un nodo
di dialoghi e silenzi implode
idealizzato in verbi all’infinito
‐sentire, cogliere.
Ma bisogna affacciare
ali, liberare, correre.