Afros, sua spumeggiante madre

S'apriron l'onde, al suo apparir da dea,
nel suo splendor sublim’e superiore.
Su madreperla d'una conchiglia immane,
in superficie affiorò inattesa,
ancor coperta d’immacolata spuma.
Afros, sua spumeggiante madre.

Dolce, 'l viso ovale e delicato,
tremuli, gli occhi dallo sguardo languido,
univoco a far innamorare;
bionda, la chioma 'l volto incorniciante.

Melodia del mare, in
conturbanti note,
a carpir respiro del biancore del suo seno.

Serena primavera l'accolse fra le braccia,
la rimirò estasiata:
candid’e sinuose membr'avea la dea,
sensuali e ignude, forgiate per amare.
D'amplessi, regina incontrastata.

L'amor incarnava, dacché d'amor generata.

D’Olimpo progenie, Afrodite nascente...
Venere, beltà innata, non trovante alcun pari
tra gli dei, né tra esseri mortali.

Sbocciavan fiori, sotto i passi del suo incedere regale.
Del suo divino bacio, aleggiava 'l sentore.