Agosto '66.
E' tutto quello che mi è rimasto
di quell'anno:
una fotografia in bianco e nero sbiadita.
Ci sono io
su una spiaggia
con un costume di spugna
che do la mano a te
6 anni in due
ovviamente non so chi tu sia
e mai lo saprò
ma tu sorridi
con gli occhi chiusi
il sole in faccia
e le nostre ombre proiettate all'indietro.
C'è un mare grigio
con un'onda bloccata a metà
e una donna che si sta tuffando
bloccata a metà anche lei.
Agosto del '66
tutto dentro una fotografia di 10 x 15.
Il mio sguardo è triste.
Quella fu la vacanza
prima della tragica alluvione che colpì
la mia città due mesi dopo.
Sabbia, sole, cielo, mare e gente.
Tutto in bianco e nero.
Ma è a colori
il ricordo
di mia madre
piegata in due
che asciuga l'acqua sporca in salotto
secchi di alluminio ovunque
odore di muffa
e mio padre
giù da basso
nel garage
che bestemmia
mentre spala fango
intorno alla macchina appena comprata
e io
con l'acqua alle caviglie
che tremo dal freddo
con la mano sinistra aperta
che ripenso a quando era stretta
a quella della bambina
sulla spiaggia
qualche mese prima.
Chissà dove sei ora.
Chissà cosa stai facendo.
Sarai una donna.
Avrai dei figli.
Oppure sarai morta.
Ma non per me.
Io e te saremo sempre vivi.
Mano nella mano.
In bianco e nero.
Sbiaditi.
10 centimetri per 15.
Con il mare
la gente
e gli sguardi
bloccati a metà.
Hal.