AHIME'

Ahimè!

Come l’uccello aspetta nutrimento
nel suo caldo nido e, sempre attento,
mira la madre, che lo mise al mondo,
volare spesso qua e là sul latifondo
in cerca di cibo e, ai falchi sfuggita,
tornare lì, dove, implume, freme,
perché sa che il lombrico gli dà vita,
essendo per esso l’unica sua speme;

così io attendo, ansioso, il tuo ritorno,
che m’impregna la mente di fervore,
che colma i miei vuoti d’ogni giorno,
che al mio cuore dona gran fulgore,
perché è desso che mi dà salute e lena
quando il greve sconforto m’avvelena.

Con tanta gioia un dì ci unì l’amore,
che avvolse i corpi e le nostre menti,
che fu per noi luce vivida e sapore
della natura, madre di soavi sentimenti.

Io ti chiamo, ma l’eco non ti arriva,
navigo in un mare che è in tempesta;
la mia speranza, ahimè, è alla deriva,
io naufrago, ché il fato non s’arresta.

Gino Ragusa Di Romano
Dal mio libro "LACRIME E SORRISI" 
Pellegrini Editore ‐ Cosenza 2014