Al dottor P.

Un cappello, quel lasso d’ombra
mia compagna rimpannucciata non so
dove guardi eppure sento l’alone di un affetto.
Un romanzo con le falde, tutte pagine bianche
ma mosse da onde straordinarie.
Esito a sfogliarlo ho soggezione del bisbiglio
del silenzio che si affaccia, un fruscio di lenzuola
il fumo di caffè, l’odore di Marsiglia che emana grazioso l’accessorio.
Sarò per metà morto e l’incoscienza fatica a trapassare
o è stato lui ‐ il dottore ‐ ad innestarmi un certo occhio
da alienarmi da slanci e intemperanze.
Privo di specchi in quiete d’estasi
anche la mia consorte ha un’innocenza nuova.
Né sobbalza la mente, la scienza incerta mi fa libero.
La sfioro la nomino. L’abbraccio, mia devota. 

ispirata a "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello", Oliver Sacks