Al primo tic d’una nube stramba

È inutile pensare a chissà che,
sarà una notte come tante altre.

Mi avvolgeranno gli antichi dubbi
mentre il mio letto io strapazzerò
alla ricerca di quella posizione
che mi consenta di dormire al meglio.

Al meglio, intendo, solo per sognare
o, perlomeno, perché chiuda gli occhi
per districarmi tra cento nebulose
e in pieno nero scorgere una luce.

La vita va ed è impossibile fermarla
anche in quest’ora della finta pace.

Intanto, fuori, quanti cuori pulsano?
Quante e quali note staran porgendo
le belle musiche dal senso eterno?
Della felicità, intendo io quel senso.

Poveri cuori, anch’essi immersi
in fondi di cielo che terso appare
per poi, al primo tic d’una nube stramba,
aggrovigliarsi nel più ostinato grigio!

Anno 2009