Al suono d'un carillon (4 mani con Giuseppe Iannozzi)
Al suono d’un carillon
rattoppati pensieri,
vaneggianti emozioni,
sogni di castelli in aria;
tutto è bisticcio in me
che come bambina
dal buio impaurita
cerco chissà quali
nascosti tesori;
e poi le vetrine
di fuori, le garrule risa
della gente incosciente.
nella sua veloce follia
con sé mi conduce
sulla sua via.Lungo le strade
che del Natale
han già messo su
gli ammennicoli,
fra lucentezze
di presepi e stelle,
scorge l’occhio mio
un epilogo di vita:
infreddolito un malato
‐ nello spazio d’un momento
di lucidità apparente ‐
il proprio male cova,
lo riconosce
e con triste rassegnazione
lo nasconde
a sé stesso anche
dall’anima tirando fuori
uno sghembo sorriso.Chiara e frivola
alla fine nulla perdona
la vita; e la favola
con tanta cura intessuta
presto in coriandoli al vento,
e non sai davvero
come sia potuto accadere.
Gl’affetti che ben stretti
con vitale coraggio
oggi in seno proteggo
già domani forse
non saran più
di questo mondo.
Del mio caro mondo
di piccole certezze.