Al tavolo di un Bar
Ero seduto a quel tavolo in un bar.
Avevo ordinato un calice di vino rosso
mentre guardavo la cameriera muoversi per la sala nera.
La musica di un sax teneva compagnia il mio animo silenzioso,
e pensavo tra un sorso di quel calice rosso come il sangue ed un altro.
Guardavo le luci soffuse splendere nei miei occhi
ballando con la mia triste solitudine.
Il sax urlava alle mie orecchie
ed accarezzava la mia mano inducendo la mia gola a bere.
Altro vino! chiesi alla cameriera che, da sublime cavalla ammaliatrice,
mi portò in poco tempo.
Uno, due o tre furono i miei calici.
Benedicevo il mio corpo con quel rosso discreto
di voglia ammaliante e assetato pezzente.
Il sax accompagnava il mio sguardo preciso,
la seguivo per la sala come fosse stata la mia preda;
la guardavo come fosse stata il mio vino,
li, pronta a berla in un sorso.
Al quarto lo scolai in pochi secondi,
mi alzai e pagai,
diedi l'ultimo sguardo alla cavalla ammaliatrice;
Rispose al mio occhio con un cenno di mano
strofinandosi il mento e mandandomi un bacio.
Avevo del vino sotto le labbra,
che balordo le sarò sembrato!
Mi congedai brillo di voglie ed ebbro di rosso,
col suo viso che rideva a passo di sax
in una sala nera al tavolo di un bar.