Al tocco della mezzanotte
Non chiederò al nuovo anno
nulla di più e nulla di diverso
di quanto giorno dopo giorno
io già non chieda a quel futuro
che da canguro vuole travestirsi
per fare un salto troppo lungo
mentre all’indietro scalcia
per diluirsi in questo mio presente.
Se al tocco della mezzanotte
lassù nel cielo ci sarà la luna,
io la vedrò uguale a sempre,
amata complice e discreta spia
di un notturno, culla ed abbandono.
Eventuali stelle in bella mostra
saranno ancora assai distanti,
teste di spilli in controluce.
Se scenderà fittissima la pioggia,
di certo pioggia d’oro non sarà.
Solo la neve qui potrebbe dare
la bianca quiete alla baldoria.
Il mare sempre e comunque c’è
e pur lontano è a me vicino
come l’amor che sento dentro
appena lei mi pensa un po’.
Di là, sul freddo marciapiede,
un randagio troverà randagi,
bastardi a fargli compagnia
tra vecchie luci e nuove ombre
dove non trova un padrone amico.
Al tocco della mezzanotte
berrò un quarto d’abituale rosso
che sottobraccio poi mi prenderà
fino ad aprire il sipario sonno
nell’attesa d’un nuovo dì clemente.