Al tocco delle prime luci

Albeggia di quel tanto che mi basta
per mettere alle spalle la mia notte
e cerco la tutela dei ricordi
che stentan tuttavia a farsi volti.

Di là dal davanzale l’aria cheta
felpata mi raggiunge, mi accarezza,
sminuzza grumi gonfi d’incertezza,
rimescola il tempo dell’attesa.

Non più mi giro e mi rigiro a letto,
ho smesso di grattarmi a sangue il viso.
Lo sguardo or s’adagia sulla tela
ov’è un mare stufo d’aspettarmi.

Avverto in lontananza il respiro
del fico mai sazio del suo sole,
del tiglio al tocco delle prime luci
e tutto ciò mi veste e mi colora.

Mi accosto al vetro per cercar conferme
ed ogni cosa fuori e dentro vive.


*
19/12/2019