Albore d'autunno
All'albore d'autunno, 'l pensier mio sovviene.
Fragranza della terra pregna d'acqua,
profumo e sapor di caldarrosta,
esilarant'effluvio d'ultimato mosto.
Intense tinte calde, 'l morir d'estate,
celato infra le piante.
Piroettan mute, foglie appassite,
sull'ali d'un malandrino vento;
e cadon, formando un manto spesso,
di cui 'l freddo terren si va coprendo.
Smunto tappeto secco,
d'afflato, inver divertimento;
impazz'altresì su seminude fronde.
S'è perduto, l'ignoto sguardo,
nel rosso sospendente 'l fiato,
nel giallo, ricordante 'l riverbero solare.
D'eterogeneo spettacolo,
s'aggradan estranei occhi e cuore.
'l vispo torrentello,
dentro 'l bosc'ombroso, scorre,
frattanto ch'entro sassi,
a zampillar nel trastullarsi,
gorgheggiar ode un canto.
Lor melodiosi vers'ivi coniugando,
l'autunno salutan, uccelli canterini,
nell'emigrar a terre soleggiat'e
davver tant'agognate,
pel dall'invernal rigor evader e
impazienti di tornar in loco,
a costruir felici un nido nuovo.