Aleph della tua penna

È facile per te scrivere romanzi
imprimermi nel tempo di piccoli rifugi
macchiare il silenzio di fiori
perché ti abbia negli occhi, fino
al profumo accartocciato
Aleph della tua penna,
nel primo rigo inizia l’illusione
delle porte sull’amore circolare
largo di cielo, d’alti e bassi
pieni e vuoti come le quattro stagioni
Mi disegni mistero
con pupille di mediterraneo
guardare te
scolmarti la sete di conoscenza
di quanto siamo centro, un punto
per arrivare all’universo
Dove si va l’uno dentro l’altro?
Negli spazi a perdersi, puntando in alto
Cos’è questa scia che abbranca il fiato?
Scrivilo
che siamo stati qui
sull’ultima pagina, con le immagini vive
a luci spente