All'alba di domani
Fosse stato per noi
tutto questo frantumarsi di suoni e voli
infrangibili il nulla avrebbe di certo
scatole decenti
in cui poterci ospitare
niente di cui vantarsi
questi fiori lasciati appassire appena
fuori la porta sbadigliando
colori cercando
coniugazioni di petali tali da arrendersi
alla scortesia di un saluto mancato
deglutendo nel cuore
con le caviglie gonfie
di passi e sempre niente
di cui vantarsi, dicevo
di queste città sporche di rumori
e farmacie notturne accese
se hai salute da disorientato ‐ mentre
procedo polmoni slogati
senza segni
particolari speranze
e quindi
ali di burro che spalmo
sugli occhi
e sul pane mordendomi per
non mordere
altrove
e se fosse già inverno
ti scriverei
di questo pallido e ossuto
dicembre perso
nella diplomazia di gelo infallibile
che si presenta sudando rugiada
di sonno e un bacio
incompleto che ho
sulle labbra
fosse per noi, fosse
davvero per noi tutto questo
perdersi nel vuoto respirando celeste
imbronciare di ciglia sospese e
cattedrali di nuvole
intorno
avremmo merletti di viole per dirci
‐ guarda
tutto è già stato
e forse sarebbe stato
meglio
mai.