Alla mia città
Il canto sei di antiche acque che mareggia tra i lidi e la campagna.
Il sole che mescola i colori dei palazzi,
la salsedine che accarezza viali e cortili.
Sei la luna che corteggia il mare e tace al Fiume la veglia dei pescatori.
Il graffio dell' alba che accende gli orizzonti,
la confidenza del tramonto che incendia i silenzi.
Sei Procoio e il maggese che esulta, la Via Severiana dove fiorisce l' alloro.
La Villa di Plinio che riposa fra i ruderi, la resina delle pinete.
I delfini che si rincorrono a Tor Paterno, l' odore dei krapfen a Piazza Anco Marzio,
le telline del Borghetto, le dorate dune.
Sei Torre San Michele ancora ritta e fiera senza pace e senza piu' una guerra,
le bianche vele in porto, le verita' dell' Idroscalo, l' Isola dei Cavalli,
Tor Boacciana a guardia del Tevere fin su a Fiumara Grande.
Le immortali vestigia e la Rocca della Citta' Antica
che sfidano i giorni con un ironico inchino.
I pittori , i poeti, i gabbiani , gli innamorati che al Pontile si vanno a raccontare,
la voce del vento che continua a chiamare.
Sei le mie stagioni, il mio cammino.
Le radici che palpitano e si tuffano nella tua terra, citta' mia ,
il cielo di cui ho bisogno, quel nome che si fa sogno
tutte le volte che la Sacra Regina e la solitaria Venere
ti augurano la buonanotte