Amica tenace (a Francesca M.)
Fragile, tenace amica
crei in me
le stesse risonanze
dei ciuffi di rosa canina
in cima alla montagna
di roccia, nutriti
dal sangue degli eroi. Più cara
dell'icona di Maria che serba
la mia più intima preghiera
dall'assalto doloroso
del nulla.
Sai di me più di quanto
io sopporti, infreddolito
paguro hai fatto
cuccia d'un angolo remoto
del mio cuore
rappreso. Eppure non sai
ancora i fiumi d'acqua limacciosa
e scura che mi percorrono. La febbre
dei miei occhi spalancati
nella notte. Hai preso
la mano tremante d'un vecchio
viola di vene e d'angoscia
nella tua – piccola,
chiara, con riflessi
di luna – e hai detto:
“Coraggio, cammina.”