La fanciulla spaurita s'avvolgeva nella palude,
lugubri dilagavano le cadenze delle rane,
tra i binari ondeggiava un chissà chi rossastro,
e, rimbrottando, passavano tutte boccoli le locomotive.
Fra coppie di nuvole,attraverso lo stordimento solare,
irrompeva la furia di una spensierata mazurca,
ed eccomi, torrido marciapiede di luglio,
mentre una donna getta baci come cicche!
Abbandonate le città, stupida gente!
Andate nudi a versare il solleone
vini ubriachi negli otri‐petti,
pioggia‐baci sulle braci‐guance.
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Vogliamo che la parola esploda nel discorso come una mina e urli come il dolore di una ferita e sghignazzi come un urrà di vittoria.