Anche il deserto ha la sua primavera
In campi aridi, dove il sole batte implacabile,
la terra giace inerte, sterile e impenetrabile.
Un velo di polvere cinereo avvolge le zolle screpolate,
come un sudario steso su un corpo ormai disanimato.
Il vento sibila tra le erbacce ingiallite,
un lamento funebre che riecheggia nella vastità desolata.
Niente germoglia, niente fiorisce in questo regno di desolazione,
solo un silenzio assordante che amplifica la solitudine.
Anche le nuvole sembrano aver dimenticato questo luogo dimenticato da Dio,
non lasciando cadere neanche una goccia di pioggia ristoratrice.
La sete attanaglia la terra arida,
un desiderio ardente di vita che sembra destinato a rimanere inappagato.
Ma sotto la superficie, in profondità,
un tremito impercettibile inizia a manifestarsi.
Un sussurro di speranza, un richiamo alla vita.
La terra, sebbene sterile in superficie, nasconde un segreto pulsante.
Perché anche nel buio più profondo, anche nel deserto più desolato,
la vita trova sempre un modo per rinascere.
Un seme solitario, spinto dal vento,
può attecchire in un angolo dimenticato e dare vita a un miracolo.
E così, lentamente, quasi impercettibilmente,
il paesaggio inizia a trasformarsi.
Un germoglio verde spunta dal terreno arido,
un simbolo di tenacia e speranza.
Altri germogli lo seguono, come piccole fiamme di luce nel buio.
I campi aridi si vestono di un nuovo manto verde,
un tappeto di vita che si estende a perdita d'occhio.
La sterilità è stata sconfitta, la vita ha trionfato.
E il deserto, un tempo luogo di desolazione,
si è trasformato in un'oasi di bellezza e speranza.