Questo vivere,
arido e cattivo,
a ricordarsi di noi
soltanto dopo il trapasso.
E l'anima,
per ciò mortificata,
nel suo bisogno di silenzio,
prega per una nuova vita
dove imprigionarsi
e da cui evadere ogni giorno,
in un circolo continuo
che nella fine lascia sospesi,
tra dentro e fuori,
a mezz'aria
tra l'essere rinchiusi in sé
e lo svolazzare rosei di sole,
tra i sussulti
d'una immaginaria libertà.
.
Cesare Moceo da Cefalù al mondo quasi 71n poet‐ambassador t.d.r.
21 maggio 2024
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Io sono la libera espressione di me stesso, l'uomo con il quale desidero passare il resto dei miei giorni