Anteo

Alla furia di Ercole possente
resiste Anteo tenendosi alla Terra,
madre al gigante prodiga di forza.

Comprende il Semidio
donde proviene
la possa del rivale
e in ciel lo leva.

Come fuscello su cui soffi vento
il collo al misero sta tanagliato
nelle man tremende.
E soffocato, dentro della strozza,
si spegne l'urlo a richiamar la madre.

Il grande corpo cui vigor vien meno
con sforzo sovruman torce e distende
a ricercare con protese membra
il dolce grembo che lo crebbe forte.
Ma il Fato suo si compie:
all'aere indifferente calci mena.

Resta disteso in suol,
pondo non lieve,
il corpo inanimato
alfine vinto
donde l'alma piangente
si distacca e s'indirizza
al tetro e oscuro Averno.