Arik

Non seguirmi, taglia al mio cuore la pancia
infetta, poi vattene. Vedi quanti chiodi fanno i miei passi
e quante lacerazioni vendono le mie mani.
Tu sei bianco come certe soglie allagate di alba,
il tuo sorriso arriva a mezzogiorno e vince.
Vai via da me, dalla stiva in cui tengo pronte
cento parole nere.  Tu sei gioia traboccata
in una valle di catrame.
Un respiro abbracciato ad una carcassa.