In sella ad un cavallo di ritorno
a cavalcar paludi di magone
mi dimeno e mi dibatto
con gli zoccoli incagliati
nelle dense sabbie mobili dell'io
dove l'acqua
cede il passo al fango.
E zitto zitto affondo
(o almeno, così sembra)
ma come per regalo
da offrire alla platea.
Ho rospi in gola
e tagli sulla lingua
di denti mescolati a bile
e neanche il vino
riuscirà a spurgare
il selvatico delle mie parole.
(Ci rivedremo
nell'attimo disperso
alla fine del bicchiere
quando avrò dato il fondo
alla mia ciclica
razione di veleno
con l'ultima gozzata).
20 settembre 2012
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