Poesia
Arsenico
In sella ad un cavallo di ritorno
a cavalcar paludi di magone
mi dimeno e mi dibatto
con gli zoccoli incagliati
nelle dense sabbie mobili dell'io
dove l'acqua
cede il passo al fango.
E zitto zitto affondo
(o almeno, così sembra)
ma come per regalo
da offrire alla platea.
Ho rospi in gola
e tagli sulla lingua
di denti mescolati a bile
e neanche il vino
riuscirà a spurgare
il selvatico delle mie parole.
(Ci rivedremo
nell'attimo disperso
alla fine del bicchiere
quando avrò dato il fondo
alla mia ciclica
razione di veleno
con l'ultima gozzata).