Avidi silenzi
Avidi silenzi
Che tutto celano e dicono.
Sotto questo cielo terso
il gracidare delle rane…
inni nuziali, promesse di felicità,
consumate in una notte.
In fondo, un tonfo sordo nell'acqua cheta
crea cerchi liquidi,
che come presagi scorrono
verso il nulla,
ora forme indistinte,
chissà di umana sofferenza
Il maestrale sommesso
bramisce sordi aliti da ovest.
Piccola bruma si poggia
su fili d'erba assonnati.
E ancora…
Bagliori di fuoco ,lame di luce
lontano a bruciare distratta
macchia impertinente...
Sotto un mirto
si affanna il cinghiale
libero dalla luce,
sordido intrigante notturno...
Echi di canto,
metriche scordate,
E ancora canta un' usignolo
il suo sfrontato amore...
L'ultima luce si spegne
scura è la casa,
mentre frammenti intessuti di lino avvolgono
il tuo sonno,
il tuo dolce vagare notturno.
Avidi silenzi
celano, complice la notte,
il primo fiore di questa nuova primavera.