Avrei voluto essere regina

Foglie di leccio,
sottili scaglie legnose infilate dentro,
fin a far corona da porre in capo,
onde incoronar la Sovrana.

Un regno per un giorno,
sotto il castello tuttora in vetta alla collina,
dov'avrei voluto essere Regina,
in un'epoca lontana,
indossando, d'ampio vestito sfavillante, miraggio,
da gemme e lapilli d'oro, impreziosito.

Sogno bambino, nella mente bambina.

La corte intorno onorava la Sovrana,
altresì da collana e bracciali adornata,
forgiat'in foglie tinte di smeraldo.

Carrube, per merenda, dal sapor di cioccolato.

Così lesto,
il sole troppo presto se n'andava
e il collegio ci aspettava.

Allor, cadeva la corona e ciascun altro gioiello,
tornati, nella fin d'un sortilegio,
a palesarsi foglie e legni inariditi,
malamente, sul terreno sterrato, calpestati.

Piccoli passi sfuggivano dal sogno,
abbarbicato a quel frondoso bosco.