Avrei voluto scrivere di Dio
Avrei voluto scrivere di Dio
in un meriggio offeso dalla bruma
col mare a pochi metri che esitava
a farmi un cenno di saluto atteso.
Non c’era d’orizzonte alcuna traccia.
Nel grembo di quel cielo deformato
dovevo immaginar la linea astrusa
per esser certo almen di un’illusione.
Poi, quasi per prodigio inaspettato,
la calma dentro e fuori fu più densa
e mi permise introspezione cheta
nel volger del mio sguardo a riva e all’onda.
Ripristinata attorno l’armonia,
un sole stanco di non primeggiare
aveva ritrosia e s’attardava
nel prepararsi al rito del tramonto.
Esplose la bellezza nel mio cielo
unito al mare e pur da lui diviso
con una retta linea finalmente
ignara forse del mio gran stupore.
M’apparve in quel meriggio una gran scia,
sull’acqua vidi d’una luce un fascio
con dentro inciso un bel sorriso eterno.
Avrei voluto scrivere di Dio …
*
Stesura 2021
Menzione Particolare al Premio Nosside 2021
Testo pubblicato nell’Antologia Nosside 2021