Barikada
Braccato dalla calura del sole
Corre il giorno sulla barikada,
Oltre il calvo spiral
Cavalca le adriatiche onde,
Scurisce sulle italiche coste.
L’arsura cede il passo al fresco della sera.
Libera il tomor la leggera brezza
In una cieca corsa verso valle,
Scende sui tetti di catrame
Fino a perdersi negli stretti anfratti
Dei portoni.
Seduti al tavolino del bar
Due vecchi discutono il passato,
Il Fumo di una sigaretta avvelena l’aria,
Un sorso di raki lava la bocca,
Le tessere del domino
Battono il tempo.
Riemerge la memoria
Sulle stanche rughe.
Cascano al suolo ricordi,
Ridono gli occhi sull’incerto futuro.
Mamme; prosperosi seni gonfi di latte,
Portano a spasso figli e passeggini,
Su traballanti banchine.
Sulle giovani spalle cariche di vita
Grava la coscienza dei popoli.
Nelle lacrime e nel pianto della sera.
Cercano gli occhi dei loro sposi.
Negli spazi polverosi si rincorrono
Ragazzi,
Labbra seccate dall’arsura,
Piedi scalzi, mani sporche.
I più grandi seguono, con lo sguardo, il cammino del sole.
Sognano un
Un tuffo altre le colline
Dove il giorno muore.
Sulle alture, fra i sassi, abbaiano i randagi.
Pronti a divenire i padroni della notte.