Bevendo rose asperse

È quell’abbandonarsi
umano alla natura
a far dei sensi intarsi
di sottigliezze fotografiche

Così il tocco alla rosa
derma e velluto
a trattenere il sale della notte
Così la spina è disarmata
del vezzoso raggiro

E petali le labbra, a respirare
il miele dei pistilli
acre dolcezza
da cambiar sesso e colore
alle mosche accanite
al filo di scirocco