C'era una volta e c'è
Niente sospensivi, solo un punto fermo
tra le ciglia scompigliate del garbino,
che soffia melodie che sanno d’antico
dentro le sale dove
batte il cuore variegato d'infinito,
in mille palpiti risonante sotto i soffitti
affrescati di perdite e splendori.
Riluce d’oro il lutto e piange ancora dentro.
Da ogni goccia di cristallo del lampadario
che una volta illuminava visi di cera
colano ricordi e pianti e danze
persi tra passi estranei a queste pareti
dove l’infanzia spossessata sognava
corse la criniera al vento.
Batte le ore il campanile d'aria e
a ogni tocco
s’accorcia la distanza.