Cantilena della notte - Dedicata a chi si crede "chissà chi".... e per stavolta in rima
Cantilena della notte
quante cose si son rotte
però, ahimè – Dio mi perdoni! –
quanti gonfi e bei palloni
ancor fluttuano nel cielo
belli intatti, opachi o meno …
Pieni d’aria assai compressa
che ristagna ed è la stessa
da chissà… io credo anni
e l’intuito non m’inganni!
Colorati, rutilanti:
bei palloni, Oddio… ma QUANTI!
Se li buchi con lo spillo
poi t’accorgi del distinguo:
c’è chi acido contiene
(ma è il SUO gas, ed a lui tiene!)
chi presume d’esser Dio
(meno male… non son io!)
chi si regge fra le nubi
pien d’invidia.. a metri cubi
ma una cosa, bé, accomuna
queste sfere: la fortuna
d’aver masse di plaudenti
sempre pronti, bene attenti
a esser “claque” nella speranza
(se al GONFIONE poi ne avanza)
d’un ”zinzin” di compassione,
della considerazione
che si volga falsa o seria
al tapin… ma che miseria!
No! So libera volare.
Né adulare né comprare
voti o plausi, vo’, mia gente:
pazzerella, sorridente
ma me stessa rimanere
pur se non fra l’Alte Sfere.
Mongolfiera, non pallone sarò io
poiché m’arde forte un fuoco, vivaddio
che mi spinge nelle altezze.
Sono aperta, non serrata:
mi godo delle nubi le fattezze
e ai GONFIONI… dono una risata!