Canto degli Avvoltoi

Nel cielo senza confini svolazzano,
come note stonate di un'orchestra impazzita,
coloro che aleggiando cercano ciò che resta,
i predatori dell'ombra, gli avvoltoi della vita.

Sensibili, ma solo al profumo della morte,
ironici custodi di carogne abbandonate,
intensi nell'arte di danzare sul dolore,
musicali strumenti di una sinistra sinfonia.

Cadenze di fame nel loro volo silente,
argomenti scavati tra resti dimenticati,
dedicati a un destino oscuro e indifferente,
gli avvoltoi dominano, spietati e disperati.

Chi sono dunque, questi predatori dell'aria?
Vogliono forse il tormento, l'agonia narrata,
nel loro becco il peso di un'ombra solitaria,
la loro danza macabra, la vita divorata.

Ironia amara in questo volo senza fine,
sensibilità distorta nell'abisso dell'esistenza,
ma forse, forse, gli avvoltoi sanno di più,
di segreti celati, di una verità senza apparenza.

Intensi scrutatori di ciò che è già perduto,
cadenze oscure nel loro sguardo penetrante,
argomentati nel silenzio del loro volo muto,
dedicati a una legge senza cuore, ma vibrante.

E mentre osservano dall'alto il mondo sottostante,
chi sono, dunque, questi avvoltoi nell'aria?
Forse specchi di un'umanità vacillante,
o custodi di segreti che la vita non scioglierà mai.