Canzone dell'addio
Creature appassite dal potere
ormai sincere solo nel dire bugie
sotto un cielo grigio
un oscuro avvenire.
Il potere ha un solo padrone
non serve nessuno se non se stesso
e a cambiare non è mai il potere
ma solo chi indossa "l'anello"
incatenati ai nostri occhi bugiardi
alla nostra paura di scavarne il profondo,
perchè è più facile credere per professione
che scoprirsi artigiani del mondo.
E' più comodo comprare verità
dalle fabbriche di menzogne come il vicino
costano meno e se le offri alla gente
non le rifiuta nessuno.
Imprigionati in una libertà
fatta di ciò che ci è permesso pensare
nella possibilità di sparare cazzate
che oggi è pressoché infinita.
La diffidenza è il male comune
per curare cancri d'igenuità
e la bontà la regalano tutti
perchè non serve a nessuno.
E se un giudice c'è o ci sarà
non ci accuserà d'aver ucciso qualcuno
ma di ogni singola nostra stupida paura
nascosta nel sangue di un divano nuovo
e mentre il significato di "amore"
lo perdiamo imparando a parlarne
al suo posto rimane un'altra lapide
con su scritto un nome
ora vi lascio a voi stessi
io e mediocrità andiamo in viaggio di nozze
appendete pure gli indici alla porta
e raccogliete il medio che sorride dalla finestra
tornate alle vostre case
mettendo in un sacco bucato queste riflessioni
così man mano che la strada va
vi sentirete più leggeri;
così man mano che la strada va
vi sentirete migliori;
così man mano che la strada va
vi sentirete umani.