Canzone per un Amico (In morte di J.P.)
C ventidue:
correva la macchina verso casa,
correva la macchina fra le strade buie.
Chissà cosa pensavi, chissà cosa.
chissà cosa cercavi di cosi distante,
chissà cos'ha fatto la strada ombrosa
in quell'istante.
Perché a volte
si piange e si ricorda una vita umana
e benchè sconosciuta quasi, il cordoglio è forte
e l'aria è quasi tetra e quasi non s'inala,
non si sa, non si capisce. Ma è questa la morte?
Non si sa, cio che ci si prepara,
quale sia la sorte.
Non ti conoscevo,
ma capivo dagli sguardi alla finestra
capivo che, nel mio profondo, avevo
conosciuto te più che altro per inerzia.
E per inerzia quella mattina il mio pensiero
era rivolto verso te come per quelli
che ti sapevano davvero.
Io non ti conoscevo,
ma colmavo i miei vuoti di memoria
con gli altri occhi che piangevano.
E' strano come il corso della storia
finisca contro un albero, finisca cosi presto
e noi non possiamo, non possiamo
sapere il resto.
Mi dicono non vale
andarsene cosi, senza salutare,
per sempre senza poter tornare, non vale
correre una vita e correndo morire.
"Non vale che te ne sia andato così!"
Ora salutaci da li, facci ancora un pò ridere,
salutaci da lì.
Salutaci da lì,
come hai fatto sempre per quelli che sai,
da lassù raccontaci le storie che qui
nessuno ha mai sentito mai,
dicci, ora, dicci amico mio
dicci un pò come si sta lassù in alto
al fianco di Dio.