Canzone per una ragazza che per un secondo...
Entrammo tutti come in un'arena,
di fronte a me era seduta lei
ed in quell'aria d'angoscia piena,
ci scambiammo, lei i suoi occhi ed io i miei.
Poi tutto dura quasi un secondo,
sfugge al tempo come i sogni vani
ed in quel posto bianco e immondo,
non ci fu nessun domani.
Attesi dunque per un momento
una risata o una distrazione,
che si portasse via, nel vento,
l'ansia e tutto fu come da copione.
Ed in quel corridoio bianco,
soltanto uscirono due parole:
nome, luogo di nascita... e stanco,
poi tornai a pensare al sole.
A quel sole che la fuori non c'era,
in mezzo al vento ed ai palazzi,
e anche dentro come una bufera,
scuoteva i volti di noi ragazzi,
fra i sicuri di se e poi quelli spavaldi,
fra un mio ipotetico 'lui e te'
fra le tavole e le figure degli altri,
io dicevo fra me e me:
"Chissà se son pronto
per loro,
per quegl'analizzatori
di fogli e colori,
chissà se un giorno noi,
noi ci rivedremo,
se li dentro tutto
andra poi bene!"
E tutto andò poi bene davvero,
almeno appena uscito di li,
così sembrava uscito il sereno,
anche mia madre mi disse di sì.
E tu che adesso giri per le strade
di Bologna e magari sorridi,
come sorridesti in quell'istante
a me che invece ora vago per lidi...
Magari sei contenta e felice,
rincorri un sogno, lo vedi alla porta,
magari forse non ricordi, io invece,
ricordo te e la tua genialità contorta,
che mi ha fatto tanto innamorare,
magari soltanto un pò invaghire,
ma cosa, cosa posso starti a dire,
se non che ti vorrei riavere.
Si... ti vorrei riavere, ti vorrei riavere,
almeno per un attimo, soltanto per poco,
vorrei di nuovo poter riguadare,
i tuoi capelli cosi belli, rosso fuoco,
i tuoi lunghissimi pantaloni larghi,
la tua camicia e i tuoi orecchini strani,
le calze colorate sui tuoi piedi scalzi
e quell'arcobaleno nelle tue mani.