Capodanno

Vorrei stringere ancora l’aspro
del tuo seno
prima che il tempo di quest’anno
triste si divori il torso
e dare un morso
nella tua bocca molle
di te nell’ora della fine
per morire
al caldo del tuo sangue.

E te
che come dentro rocca impenetrabile
asciughi l’ombra e il fiato che s’addensa
erodi ossa, stremata
e gli occhi al vento
soffochi le grida
abbracci labbra e cielo
di pioggia chiara, a passi
di nuvola serena.