Cento 10

A volte non dovrei scrivere: perdo troppo sangue e la pagina esonda,
e la pagina annega. E poi è quasi Marzo: non so cosa siano questi
chicchi d'Inferno, di grandine nera con cui pretendo poesia.
Meglio tacerli, torcerli di un solo silenzio. E poi è quasi Marzo:
la notte si sfalda dai ceppi del giorno in ritardo, la gente si aduna
dove arriva la brezza, così si accoglie la st agione dei frivoli orpelli,
degli ultimi sbagli. A volte non dovrei scrivere se non posso darti
del bene: piuttosto devo fermarmi a raccogliere la tua bellezza
di campo. Ne farò una cesta, metterò in tavola il tuo sorriso,
al centro del mezzodì, tutto intorno la fame che mente.
Non serve un argano a sollevare la voce  al vento:
ogni seme con te diventerà ala.