Poesia
Cento 15
Così è la nostra guerra: di stracci,
di vendite avare, di chiodi che fioriscono
mentre piantiamo la croce. Abbiamo strane
mostrine attaccate alla lingua, due vecchie ferite
a cui mirano ancora, la certezza che la carne
non abbia memoria. Non ci hanno armati per bene:
noi finiamo della lacerazione più facile, non stiamo
in piedi abbastanza, la nostra frontiera è sbavata.
Eppure ci amiamo del modo in cui ci affidiamo
guardinghi alla vita: come fosse una culla che imbarca
acqua da cui togliere i pesi che affondano prima.