Cento 21
Ho smesso presto la bambola rossa: aveva modi
bistrati, un dritto sorriso di megera arruffata sotto l'abito puro.
Io credo sia bloccata lì la coda della mia infanzia:
una lucertola di borotalco imbavagliata che impazzisce sotto un bicchiere.
Credo siano infilati nel nido ferroso di un portone randagio
i miei occhi di cinque anni, sospesi e contenti,
come a volte stanno tante sconsiderate pozioni.
Forse per questo spesso non riesci a trovarmi:
non viene ancora via la fuliggine del pomeriggio
in cui bruciavo, la cui graticola è un permesso di fine e restate,
una voce che pressa il mio nome e ci fa un trucco
con cui vestire un'ala malata da festa.