Cento 22

L'ultima poesia avrà i tuoi nervi,
tronfia giugulare che non sta più alla catena.
Avrà il piglio della tua bocca quando si addormenta prima degli occhi
bella ed imperfetta trina di cuciture , oscena gonna di tendini,
eccitato capillare profumato di nuove stesure.
L'ultima poesia avrà il tuo sterno, i tuoi femori:
batterà se lo chiedi, camminerai se l'aspetti.
Avrà la memoria indisciplinata della tua pelle
quando raggruma  dove ancora non è finita la notte,
dove il freddo tira il morso che stacca.
L'ultima poesia continua a scalciare con il dispetto
del feto impaziente alla fame.
Tu non sai di quanto ancora sarei capace su questa pagina
se solo sentissi che non ho più un posto tra le mie dita
da cui scivoli via, che non trovo indifferente un solo mio osso
al desiderio che ti corre incontro.