Cento 23
Il tuo nome ti piace smembrato da bocche leggere
e facili al lucchetto delle parole che impasti
con audacia e talento. Loro pescano bene
all'amo che tendi,emergono solleticate dal
luccichio sgusciato dal fondale dei tuoi inferni.
Il tuo nome ti piace diviso in due passi uguali:
germoglio e germoglio, fumo più lento
da comignoli della stessa misura.
Ma io voglio dirlo con una fiocina d'uomo,
voglio prendermi ciò che mi spetta dalla tua carne:
il bulbo dallo stelo, la radice dal tronco.
Non mi sfamano le forme, io non affiorerò improvvisamente,
piuttosto la mia tana godrà in basso del favore
che non arriva, forse anche dell'abbandono.
Voglio stupire la mia vita con un balzo che metta
la tavola a gambe in aria e pronta all'amplesso di un nuovo digiuno:
innamorata lo sono, adesso aspetto solo che passi questa stazione.